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Le origini della tecnica

Un’affascinante storia che ha origine nella psicanalisi

Il professor John Lilly, psicoanalista americano specializzato in neurofisiologia, sviluppò la prima vasca di floating negli anni ’50, con l’obiettivo di studiare l’attività conscia della mente. Il suo obiettivo era comprendere se la coscienza fosse legata o meno alla presenza di stimoli esterni. Lavorando nei laboratori del National Institute of Mental Health (NIMH), il Dr. Lilly trovò una grande vasca impiegata durante la seconda guerra mondiale per lo studio sul metabolismo dei sommozzatori.

Decise di adattarla ai suoi scopi al fine di analizzare meglio gli effetti della deprivazione sensoriale sul cervello umano e sugli stati alterati di coscienza. Il dottore usò primariamente sé stesso come oggetto della propria ricerca, portando il suo organismo in assenza di stimoli per molte ore di seguito.

Da questi test capì che in quelle particolari condizioni il cervello si distoglieva dalle normali occupazioni e che il floating gli conferiva una sensazione di riposo più profonda anche del sonno.

Osservò inoltre che la deprivazione sensoriale creava un particolare stato onirico che gli consentiva di esplorare i recessi più profondi della sua coscienza.

Agli inizi degli anni ’70 Lilly installò la vasca all’interno della sua casa a Malibù, invitando gente nota e membri influenti della comunità a provare il floating. Il successo fu senza eguali. Sempre più persone volevano galleggiare per raggiungere gli stati di benessere che la vasca offriva. Uno degli ospiti del dottore fu Glen Perry, un giovane ingegnere informatico, che fu così colpito dai benefici di questa tecnica da iniziare a ingegnerizzare una soluzione per uso commerciale portando alla nascita della Samadhi Tank, la prima azienda nel mondo che produsse vasche di floating commerciali. Verso la fine degli anni ’70 le vasche furono prodotte in serie e nacquero i primi centri di floating.

Reduced Environmental Stimulation Therapy (REST)

Alla fine degli anni settanta, i dottori Peter Suedfeld e Roderick Borrie dell’Università della British Columbia hanno iniziato ad analizzare scientificamente i benefici terapeutici di questa tecnica rinominandola con l’acronimo R.E.S.T. (Restricted Environmental Stimulation Therapy – Terapia a stimolazione ambientale limitata) o, più propriamente, Floatation REST.

I risultati positivi di questi studi hanno portato all’utilizzo del Floatation REST nei programmi di cura della salute fisica e mentale, nonché nel fitness e nella medicina sportiva professionale.

Da allora le vasche di floating sono state continuamente migliorate per un utilizzo più semplice e confortevole, come quelle utilizzate oggi nei centri Float your mind.